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Biografia Breve

I Vertical Dive sono una band italiana formatasi alla metà del 2018. I membri sono: Alberto Bonso (voce e chitarra), Nicola Mihailovic (Chitarra), Nicola Begotto (Basso) and Massimo Galeotti (Batteria). Le loro influenze arrivano da differenti generi musicali, ma il progetto Vertical Dive trova il suo focus nell'hard rock, suonato con l'anima. Musica, testi ed immagini parlano in maniera coesa dell'incredibile complessità della realtà in cui viviamo, inconsistente ed affascinante allo stesso tempo. Il loro primo lavoro è un album omonimo, in uscita a mezzanotte del 24 dicembre 2020.

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Manifesto

Una scelta e poi il salto,
la crosta superficiale impigrisce
ma dobbiamo entrare
nel profondo delle cose
Cerca il silenzio
L’aria riempie i polmoni
Tutto questo è Vertical Dive

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La storia

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Le origini

La storia dei Vertical Dive comincia alla fine del 2016, quando Nicola (basso) e Massimo (batteria), concluso un progetto punk, decidono di riprovarci, stavolta per davvero. Contattano allora un vecchio amico, un chitarrista con cui Nicola suonava molti anni prima. Piccolo dettaglio, : il terzo componente vive in Germania. Il tentativo inizia bene, c’è feeling e tanta voglia di suonare. All’inizio la distanza tra i 3 non pesa e non pesano neanche i km percorsi per incontrarsi a metà strada, a Merano, in una sala prove dal gusto decisamente hippy. Tappeti “persiani” a terra, stoffe improbabili alle pareti, odore di qualche incenso scadente e soprattutto le note di “cupid’s dead” degli Extreme… Poi ovviamente tutto diventa complicato da gestire ed il progetto ha uno stop.
Salutato il componente tedesco, Nicola e Massimo ricominciano la ricerca dei componenti dei futuri Vertical Dive. A questo punto della storia le basi dei Vertical Dive hanno origine… Nicola (chitarra), vecchio amico dei due, risponde quasi per caso ad un messaggio: “hey ciao, suoni ancora?” - “beh si, ho ricominciato da un po’” - “ti va di formare una band? Poche cover, musica propria e disco il prima possibile” - “certo! quando cominciamo?”…
Dalla metà del 2017 i tre cominciano a trovarsi regolarmente, cover dopo cover comincia a formarsi il feeling ed i pezzi cominciano a suonare bene. Passano i mesi e tutti e tre si rendono conto che gli ingredienti per mettere in piedi un progetto importante ci sono quasi tutti. Succede sempre più spesso che alla porta della sala prove, che utilizzavano in quel periodo, bussasse qualcuno dei musicisti delle sale vicine: “Cazzo ragazzi! Che sound che avete!”… Ma mancava ancora un ingrediente per completare la ricetta.

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Il pezzo mancante

A giugno del 2018, dopo il concerto dei Foo Fighters al Firenze Rock, Alberto (voce) torna a casa con una convinzione, deve ricominciare a suonare, ha bisogno di tornare dall’altra parte della regia. Apre un sito di annunci per musicisti, trova un messaggio e risponde… In quel momento nascono i Vertical Dive! A quel messaggio avevano risposto altri musicisti ma il posto era suo, non poteva essere diversamente. Erano già diverse settimane che nei cellulari di Massimo e dei 2 Nicola girava un filmato di un live di “Had Enough”, una delle cover messe in repertorio. Non uno dei live migliori della band, dal vivo sono certi che non sfigurerebbero, ma senza una voce, nemmeno un live sarebbe possibile. Il 22 giugno 2018 Alberto entra in sala prove, prende in mano il microfono e comincia con “I hate everyone that I meet…”. Ora è chiaro, il live è possibile e quel ragazzo dalla faccia pulita farà la differenza. In quell’istante tutti capiscono che il pezzo mancante è stato trovato.
I Vertical Dive sono formati!

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Il disco

Nello stesso periodo viene ultimato l’allestimento della loro sala prove, il luogo dove il loro primo disco prenderà vita. Nel giro di 10 mesi 8 pezzi sono pronti e cominciano la pre-produzione. In quel momento succede qualcosa che segnerà tutto il proseguo del progetto. Le registrazioni si rivelano di una certa qualità, l’esperienza di Alberto in studio di registrazione e gli anni da tecnico sui palchi di Nicola fanno sì che quelli che dovevano essere solo una bozza da correggere, diventano i definitivi per il disco. Gli strumenti utilizzati non sono certo a livello di uno studio di registrazione professionale, ma l’impegno e la costante ricerca di una perfezione irraggiungibile, consente ai 4 di guardarsi in faccia e di convincersi che possono fare tutto da soli… La libertà di una sala prove tutta loro, che diventa un po’ un rifugio, fa sì che tutto venga registrato e lavorato portando alla luce il loro primo disco.

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Il nome

La band non è completa, manca ancora un dettaglio. Come si chiama questo progetto? È probabilmente lo sfida più difficile che abbiano dovuto superare: dare un nome a tutto questo. La tecnica scelta per prendere questa decisione non è stata sicuramente la loro idea migliore. Dopo ogni sessione di prove una seduta di brain storming. Certo, se si fossero limitati al brain storming, questa decisione sarebbe risultata molto più facile. Il problema di questo metodo è che mette sete… molta sete… Un frigo carico di birre e quattro persone assetate sono una condizione sconsigliata per intraprendere una qualsiasi attività, figuriamoci per prendere una decisione così importante. Infatti passano mesi prima che riescano a mettersi d’accordo. Per un certo periodo sembrava che le uniche opzioni possibili fossero: “Don’t Worry Mama” e “Mariachi… of Death” (non è sempre chiaro cosa possa immaginare una mente annebbiata). Poi, all’improvviso, un momento di estrema lucidità ed una domanda: “Perché tanta fatica per trovare un nome e così tanta facilità a trovare il feeling fin dai primi 4 accordi suonati il 22 giugno?”. Se c’è qualcosa che fa sì che 4 persone così diverse riescano a trovare sintonia fin dal primo incontro, probabilmente occorre guardare oltre l’apparenza e cercare dentro alle cose. Tutto ciò dovrà diventare il loro manifesto e di conseguenza il loro nome: VERTICAL DIVE - un’immersione a capofitto oltre il visibile, alla ricerca di quello che si nasconde dentro… consapevoli che non sempre troveranno risposte, nel buio di quella profondità, ma che qualcosa li spingerà sempre verso quella ricerca.

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Il 2020

Come in ogni storia che si rispetti, l’eroe intraprende un’impresa pregna di ostacoli. Diciamo che in questa storia, di eroi, se ne vedono pochi. In compenso gli ostacoli non tardano ad arrivare. La registrazione delle parti strumentali del disco si concludono a fine settembre del 2019. Mancano le voci e gli arrangiamenti, ma sono pronti a preparare un futuro live. Obbiettivo: pubblicazione del disco a marzo e da lì in poi puntare tutto sui live. Poi però arriva il 2020…
A gennaio tutte le voci e gli arrangiamenti sono eseguiti, Alberto comincia ad affinare il mix. La parola Covid si sentiva solo in battute di cattivo gusto sui cinesi, ma come presagio di un anno da dimenticare, il computer su cui stavano lavorando decide di passare a miglior vita… le elaborazioni si fermano e quella scatola di alluminio (ora inutile) racchiude come una cassaforte tutto il lavoro degli ultimi mesi. Ovviamente una cassaforte della quale hanno perso la chiave. Se qualcuno un giorno dovesse leggere lo scambio di messaggi tra i 4 Vertical Dive, probabilmente si sentirà in dovere di chiedere scusa all’Altissimo per tutte le volte che è stato nominato in quei giorni. Fortunatamente tutto il lavoro viene recuperato e le lavorazioni possono riprendere, nel frattempo però gennaio è finito e marzo è dietro l’angolo. Parte una corsa contro il tempo per concludere il mix e fare gli ultimi aggiustamenti. Come delle trottole, ormai con le orecchie fuse, i 4 corrono ad ascoltare il disco in macchina, poi di nuovo in studio, poi di nuovo in macchina, poi sullo speaker bluetooth da 10€, poi di nuovo in studio, poi master, poi di nuovo ascolto in macchina, poi in sala prove, di nuovo in studio… una corsa abbastanza estenuante, ma tutto per un traguardo che vedevano sempre più vicino.
A questo punto siamo a Marzo 2020 ed in Italia e nel mondo scoppia la pandemia.
Il disco non è ancora finito del tutto, manca proprio poco. La parte di promozione va sviluppata, occorre cominciare a lavorare sui video dei primi singoli, ma nessuno può più muoversi se non per comprovate necessità...
Nonostante tutti e 4 pensino che questa sia una evidente e comprovata necessità, la situazione dà un altro stop al progetto. Il 2020 proprio non sembra essere l’anno giusto per far uscire il loro disco. Neanche le chiamate in caserma all’urlo “ma noi dobbiamo finire il nostro disco!!!” riescono a trovare un escamotage per poter continuare il lavoro di squadra. Pazienza, occorre avere pazienza ed attendere tempi migliori. Si fermano le prove ed il progetto. L’unica cosa che riescono a portare avanti è il video di Cauterize, quello che diventerà il loro primo singolo. Ognuno di loro registra le parti a casa propria, come se fossero distanti migliaia di km. Fino a giugno riescono a vedersi poco e a suonare ancora meno.
È ovvio che l’uscita del disco è posticipata. Decidono quindi di far passare l’estate ed attendere dicembre per la pubblicazione. Nel frattempo di live neanche l’ombra.
Dopo l’estate pare che la pandemia abbia dato una tregua all’Europa, allora decidono di rimettersi a preparare un live… “forse qualche locale riapre e potrebbe esserci qualche occasione per fare un concerto” si dicono i 4… Ovviamente anche questa speranza si rivela vana…

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L’uscita

A fine agosto fanno uscire il loro primo singolo, Cauterize. Il primo video fatto in casa è pronto e di lì a poco uscirà anch’esso.
Se di concerti non se ne parla prima di marzo 2021, non resta che concentrarsi sui social. La modalità impostata è semplice: produci contenuti e pubblica… produci contenuti e pubblica… produci contenuti e pubblica… Martellanti! Perché? Beh molto semplice, anche questo passaggio è completamente autoprodotto ed autogestito, stavolta però senza avere nessuna esperienza in materia, quindi non resta che farsela questa esperienza che manca, lavorando tanto, sbagliando ed imparando. Prima o poi qualcosa di giusto salterà fuori.
A novembre esce un altro singolo, “Little Fancies”. Questa volta il video viene realizzato con più libertà di azione; in tempi di mascherine ma non di lockdown. Il risultato esce poco tempo dopo ed i 4 si ritengono abbastanza soddisfatti, ma l’ambizione di una perfezione irraggiungibile non li fa dormire la notte. Esce il terzo singolo, “Wasted”, questa volta il video deve essere qualcosa che tolga quella patina di autoproduzione. Il coprifuoco alle 22:00 non li ha aiutati, ma ormai dal 2020 non si aspettano aiuti, si adattano ed a testa bassa vanno avanti.
È dicembre 2020, il racconto è concluso ed i giochi sono fatti. Il 24 dicembre a mezzanotte esce il disco. Il video di “Wasted” è quasi pronto…
Una promessa però se la sono fatta i 4: “dobbiamo fare di più!”
Qualunque cosa accada, dentro quel disco c’è un pezzo della loro vita e della loro anima. Il nome che hanno scelto è una condanna perché quella ricerca non la riesci a fermare…

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